L’ATTRAVERSASPECCHI: LA MEMORIA DI BABEL DI CHRISTELLE DABOS
“Ofelia non sentiva i dardi infuocati del sole su di sè, nè il ronzio delle mosche intorno, e neppure vedeva il mare di nuvole solcato dalla gondola a vela in cui stava seduta.”
“Dopo di che Ofelia non sentì più niente. Il frastuono nel suo petto sovrastava quello del resto del mondo.”
“All'interno della Rosa dei Venti sembrava che il vento trattenesse il respiro”
“Doveva esserci un buon motivo per guardarlo in faccia. Ofelia ne aveva due.”
“Aveva la sensazione di aver sfiorato un particolare importante. Capì cos’era vedendo Ambroise manovrare con difficoltà la sua poltroncina.”
Capolavoro. Non immaginavo che semplici parole potessero fare questo effetto. Quando me ne hanno parlato credevo fosse una cosa completamente diversa, ma ne sono rimasta piacevolmente sorpresa; pensavo fosse una storia d'amore iniziata dal classico matrimonio combinato, invece è molto più di così, e più si va avanti, più lo si realizza.
Le parole creano un’atmosfera incomparabile, in un crescendo di emozioni e colpi di scena indescrivibili che fanno immedesimare sempre più nei personaggi.
Definirei questo libro molto introspettivo, perché scava nell'interiorità del protagonista come non ho mai visto fare. Si ha un’osservazione diretta e un'analisi dei pensieri, sentimenti e desideri che vanno a costituire la vera essenza della sua anima.
Questo romanzo è stato quasi straziante e per questo è perfetto, nel senso che non lo è. Noi non siamo abituati alla perfezione, ecco perché fa male. Ma è un male in senso buono, un dolore che proverei altre mille volte, perchè ne vale davvero la pena.
-Sofy
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