IL TOTEM DEL LUPO DI JIANG RONG
“I lupi in battaglia sono più astuti degli uomini. Noi mongoli abbiamo imparato da loro a cacciare, a fare gli appostamenti, e persino a guerreggiare. Voi cinesi non conoscete l'arte della guerra perché nelle vostre terre non ci sono lupi. Il numero dei soldati e la vastità del territorio contano poco. Ciò che conta è se sei lupo o pecora.”
“Chen aveva ammirato coi propri occhi la disciplina, la capacità di organizzazione e la saggezza di cui davano prova i lupi della prateria. Davanti a un'occasione di quelle che si presentano solo poche volte nella vita, avevano saputo controllare i morsi della fame e aspettare che il nemico restasse disarmato.”
“Senza pazienza non sei un lupo, non sei un cacciatore, non sei Gengis Khan. Impara ad aspettare.”
“Non si cattura un Dio per farne uno schiavo”
Affascinante romanzo autobiografico, nato dall'esperienza diretta dell'autore che si recò in un luogo lontano per essere il maestro, ma finì per diventare l’allievo.
Una realtà poco conosciuta dove uomo e natura si sovrappongono, intrecciandosi nelle dimensioni del sacro e del soprannaturale, dove i Mongoli si confrontano con il lupo non come un essere che deve essere cacciato, bensì come maestro che deve essere ascoltato.
Una tela dipinta da leggenda, storia e avventura che si fa intensa e controversa, capace di mostrare anche la parte che non viene raccontata e di mettere in discussione la storia dell’umanità perché, spesso, la storia di un popolo non viene scritta dal popolo stesso, ma dai suoi nemici.
-Sara
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